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Alcune curiosità e leggende

Il fantasma di Marfisa I d'Este

Venne costruito nel XVI secolo da Francesco d’Este, figlio di Lucrezia Borgia  e Alfonso I. La facciata presenta dodici finestre con un portale. Francesco vi passò tutta la sua vita con la figlia Marfisa, la quale amò a tal punto la dimora da occuparla ancora oggi come spettro.
Marfisa era una nobile fanciulla colta e molto bella, una donna perfetta, impossibile non innamorarsi di lei. I francesi la ricordano “molto bella quanto crudele” perché pare attirasse i suoi amanti nei modi più disparati, per assassinarli utilizzando inganni. In realtà la storia ci dice che fu una moglie fedele e con molti figli al seguito (molti di più che gli amanti). Pare che il  fantasma viva ancora tra queste mura e che ogni tanto appaia per le strade della città

Si tratta della cella dove venne rinchiuso il poeta Torquato Tasso che si trova nei sotterranei degli edifici dell’ex-Ospedale Sant’Anna di Ferrara, demolito negli anni Trenta del Novecento. In questa cella il poeta rimase rinchiuso dal 1579 al 1586 per aver inveito, in uno scatto d’ira, contro la Corte Ducale nell’occasione delle nozze del duca Alfonso II d’Este. Il Tasso viene rinchiuso nella parte dedicata ai malati di mente, inaugurata un paio di anni prima. Dopo la caduta degli Estensi la cella venne probabilmente usata come magazzino. Solo nel Settecento sarà riscoperto questo luogo per l’interesse di vari intellettuali europei.

Cella di Tasso
Il diavolo e le colonne del Duomo
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Sul lato sud della Cattedrale, sono ben visibili da Piazza Trento e Trieste delle colonnine in marmo. Si tratta di colonne particolari con  motivi architettonici con forme una diversa dall’altra; su una di queste colonne si riconosce un ramo con le foglie abilmente cesellato. Ad esse sembra essere legata un’antica leggenda. Si racconta che le colonnine del Duomo in origine fossero dritte, ordinate e simmetriche così come da progetto. Il Diavolo, invidioso della perfezione di queste opere, volle fare uno scherzo ai maestri che le avevano scolpite; nella notte si divertì a modificarle come fossero creta per rovinare l’inaugurazione del Duomo, che si sarebbe svolta il giorno seguente. Il giorno dopo, al momento atteso, i ferraresi rimasero stupiti da queste “strane” colonnine, applaudirono gli scultori e si complimentarono per l’originalità e la bellezza che avevano realizzato. Al Diavolo non restò che andarsene sconsolato per il suo piano fallito.

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