La città rinascimentale
Cos'è la città ?
La città nasce nell' antichità come il luogo dove accumulare, conservare, scambiare, trasformare quanto raccolto nell' area più vasta, e vicina a questa, è il luogo di raccolta della ricchezza di un territorio e mercato, è il luogo che offre più garanzie di difesa per i suoi cittadini.
Quindi la città nasce come esigenza dei popoli stanziali ( stabili sul territorio e dediti principalmente all' agricoltura o ad altre attività specifiche di quel luogo come la pesca il commercio l’attività estrattiva ecc).
I popoli nomadi non hanno città perché la loro economia è basata sulla possibilità di reperire le risorse spostandosi dove esse si trovano. (Ad esempio i pastori migrano dove vi sono le praterie e migrano quando queste siano ormai impoverite.)
Si può intuire facilmente che la città si popoli di contadini, mercanti, artigiani, contabili, e per difendere sia la ricchezza in essa raccolta che i suoi cittadini anche di soldati con una organizzazione per la difesa dai possibili attacchi dei nemici.
(la città-fortezza) si ricordi una per tutte la città di Troia.
La città è quindi il luogo dove risiede una popolazione che si riconosce in una lingua comune, una storia, tradizioni, riti civili e religiosi, e leggi che regolino le relazioni tra individui per una serena e giusta convivenza e riconosce in un capo l' autorità che esprime il governo della città.
Le prime città
In origine le città si sviluppano in forma spontanea senza un disegno preciso, secondo le caratteristiche del luogo e l'esigenza delle attività umane . L'insediamento urbano più antico di cui finora siano state ritrovate le tracce risalenti all'8000 a.C., ( 10 mila anni fa), E’la città di Gerico in Cisgiordania (Palestina).
Ma già nell'antichità si è avvertita l' esigenza di ordinare la città secondo le funzioni e lo sviluppo nel tempo, con strade e piazze pavimentate attorno alle quali si svolgevano le attività di: riunione, di scambio, di governo e di celebrazione dei riti religiosi propri della vita cittadina.
Si ricordano in proposito le città cretesi di Cnosso Festòs e Malia, che già in epoca minoica (2400-1400 a. C. ) presentavano uno schema di città centrato attorno ad una piazza sulla quale si affacciavano il “palazzo” del sovrano ( sede dell'
amministrazione della città ) e il tempio ( luogo della vita spirituale della comunità ), dalla piazza si dipartivano le strade dotate al centro di canale di raccolta delle acque di scolo e pozzi e cisterne per raccolta delle acque per uso civile e pubblico, all' intorno di piazza e strade principali si estendevano le abitazioni i depositi e i laboratori con le attività lavorative dei cittadini .
Tale schema di città si diffonderà in tutto il bacino del Mediterraneo e durerà all' incirca per altri mille anni in una gara secondo bellezza, grandezza, cultura e ricchezza (periodo che va dal V sec a. C al V sec. d.C).
Atene ad esempio viene costruita in prossimità del porto nel V - IV secolo a. C. ( periodo di Pericle) secondo una suddivisione con strade ortogonali, ideata da Ippodamo da Mileto ( forse il primo architetto ed urbanista secondo Aristotele).
Anche gli etruschi i greci e i romani saranno soliti costruire le città secondo strade ed incroci ortogonali così i romani seguiranno questo esempio costruendo le città attorno a due strade principali ortogonali tra loro chiamate cardo e decumano.
Si ricorda la leggenda della nascita di Roma avvenuta nel VIII secolo a.C. ( 21 aprile 753 a.c) secondo il rito della traccia del solco con l'aratro per definirne il perimetro ed il confine, l'interno è sacro mentre l' esterno è l'ager publicus, la campagna, l'incolto, la città quindi si caratterizza per un significato comune e sacro e sottende il rispetto di regole (leggi) per chi ne fa parte ma assume valore di garanzia e di civiltà per i cittadini che al di fuori di essa ne sarebbero privi.
Periodo medievale
Durante il medioevo e la parentesi delle invasioni barbariche (periodo durato quasi settecento anni, dal 476 d.C. caduta dell' impero romano d'occidente al 1200 ca. ) le città in buona parte conservano i precedenti schemi compositivi con costruzioni e ricostruzioni spesso sulle fondazioni di edifici più antichi.
Ma i nuovi edifici perdono l’ imponenza e la ricchezza del passato apparendo quasi sempre austeri e semplici.
Gli elementi decorativi cominciano a ricomparire solo dopo il XII sec. sulle facciate delle chiese romaniche e poi su edifici e chiese gotiche.
Piazza di Lucca ricostruita sui resti di un’arena romana del II sec d.C.
Ferrara - chiesa di S,Giorgio 1135 stile romanico
La città nel Rinascimento
A partire dal Quattrocento, (XV sec d.C) nasce tra gli eruditi del rinascimento e la nuova classe emergente: le Signorie, l' interesse per lo studio di quanto costruito in passato dai greci e dai romani definiti i “classici”.
Per i primi lo studio dell’architettura greca e romana rappresenta la riscoperta delle certezze nella geometria, nella matematica, il confronto tra razionalità e natura, la via per l’artista di raggiungere la bellezza attraverso l’armonia; per le seconde, le signorie, che con le loro Corti rappresentano i nuovi centri di ricchezza e cultura, la possibilità di una nuova relazione con i propri sudditi, con gli altri principi e l’ imperatore.
Appare evidente in questi nuovi sovrani l'interesse a mostrare la loro importanza e autorità non solo con le imprese militari ma anche attraverso la cultura e l'arte,
ed è nel rinascimento che la città, e l'uomo con le sue attività assumono un più nobile significato e devono essere ordinate secondo ordine e razionalità per raggiungere l' ideale di armonia da cui ne consegue la prosperità.
La "città ideale" viene vista come la rappresentazione del: “ buon governo “ e la celebrazione appunto del Principe illuminato e colto .
L'edificio come la città diventano l'opera dell'uomo ispirata e regolata dalla geometria e dalla simmetria, l'architettura e la musica per raggiungere l' “armonia” l' ordine in opposizione allo sviluppo spontaneo, il caos.
Nelle concrete realizzazioni emerge, prima in Italia e poi in Europa, la necessità di vie più larghe e spazi pubblici regolari, la ricerca di simmetria e di decoro urbano.
Contemporaneamente migliorano gli standard funzionali ed igienici della città con la realizzazione di acquedotti e canali e di pavimentazioni lapidee per le strade. (si ritorna a quanto già si realizzava presso i greci ed i romani)
Tali caratteri sono legati anche ad esigenze rappresentative ed al diffuso e progressivo accentramento di potere nella figura del "Signore", committente e mecenate, che determina anche la definizione urbanistica della "sua" città.
La struttura urbana si arricchisce anche di nuovi tipi edilizie, ed in particolare dei palazzi signorili, ma anche degli ospedali e dei giardini, degli spazi pubblici con la realizzazione di nuove piazze e si ricercano effetti prospettici studiando equilibri tra facciate degli edifici e le vie.
Numerosi sono nel XV e XVI secolo gli studi teorici e rappresentazioni sulla "città ideale".
Fondamentale, anche perché il più antico e sorprendentemente giunto in originale fino a noi è stato il trattato latino “De Architectura“ (Sull'architettura) di Marco Vitruvio Pollione scritto nel 15 a. C. nel quale vengono descritti metodi costruttivi dei romani e i caratteri degli stili da adottarsi in architettura.
Un' opera analoga del 1452 riprende il trattato precedente per diventare un vero e proprio codice di riferimento per chi costruisce : il “De re aedificatoria” ( trattato sull' Architettura) di Leon Battista Alberti.
Concinnitas : equilibrio e armonia secondo Leon Battista Alberti.
La città ideale di Ambrogio Lorenzetti Palazzo pubblico ,Siena
Fra Carnevale - La città ideale - Galleria Nazionale Urbino
Piero della Francesca – La città ideale - Galleria Nazionale Urbino